domenica 23 settembre 2012

aranciata e pomata

Vai un momento da Catello... piglia 'sta "pumata". 
Con il resto ti compri un'aranciata, alla fenestella". 
Così popolarmente veniva chiamato quel piccolo chioschetto accanto alla farmacia che esponeva limoni ed arance , vendeva spremute, acqua fresca con il ghiaccio o senza; promettevano, quelle bibite, di estinguere quell'arsura che solo da bambini si sente .
L'ultima raccomandazione casalinga : M'arraccumamm' nu perd' tiemp' pa' via..."
Allora , si correva a perdifiato , con i soldi stretti nella mano per nn perderli.Entravi in farmacia ed il repentino cambio di luce ti lasciava per un brevissimo, lunghissimo attimo, cieco. Poi ti avvicinavi al bancone che era quasi più alto di te, tutto di legno e che sapeva di mani passate, preoccupazioni , consigli , canfora.
Aspettavi il turno paziente, attento che nessuno si fregasse il tuo posto, che dopo c'era l'aranciata che ti aspettava. 
Da dietro il bancone, ti si avvicinava quest'omone, o almeno a noi bambini sembrava tale, con i baffi bianchi spioventi ed un pò ingialliti dalla nicotina e dal tempo. "Che ti serve, piccirì ?" tu, intimorito, aprivi la mano e lasciavi cadere i soldi, stropicciati e sudaticci ed, insieme a questi, il cartoncino con il nome del prodotto che ti avevano dato a casa "casomai ti scordassi come si chiama". Gli occhiali calati sul naso, il baffo che si muoveva mentre leggeva, lui appariva per ricomparire con quello che ti occorreva. 
"Dici a mamma che questa la deve usare... " e ti dava la spiegazione meglio del bugiardino. "Grazie e buona sera Battista" "Ciao piccirì salutami i tuoi" E già era pronto per un altro consiglio mentre tu schizzavi fuori a berti la tua meritata ricompensa.

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