domenica 23 settembre 2012

marosi

L'inverno aveva messo le briglie ai ritmi frenetici dell'estate. 
Ci eravamo rassegnati ai pomeriggi chiusi in casa, alla pioggia, al freddo. 
Sfruttavamo gli intervalli di bel tempo per ritornare fuori a goderci gli scampoli di un sole giallo pallido, lontano parente di quello estivo.
Era passato l'equinozio d'inverno e tutti gli anni si ripeteva lo stesso proverbio"Santa Lucia nu passe 'e gallina, a Sant'Aniello nu passe 'e pecuriello " e ti accorgevi che sì le giornate si erano allungate, ma "scurava notte" sempre troppo presto.
L'estate sembrava lontanissima a noi bambini che vivevamo un eterno presente che anche domani era un concetto così fuori dal tempo. Di solito succedeva a metà Gennaio, o tuttalpiù inizio Febbraio, sempre di sera, quando ormai la giornata era finita e carosello pure. I grandi attorno al tavolo ad aspettare il film della sera "Alle ore 20 e 40 andrà in onda... " leggevano le varie annunciatrici . 
Tutto era quiete e silenzio, le case riscaldate da quelle stufette elettriche con la resistenza a spirale, a due o tre elementi; in qualche casa resisteva ancora il braciere che poi bisognava portare fuori,prima di andare a letto. 
La pace veniva di colpo interrotto dalle voci furiose delle campane,una chiamata imperiosa che ti diceva che era ora di indossare gli stivali di gomma neri,quelli che x infilarli ci dovevi mettere il borotalco, altrimenti avevi voglia di spingere, ma il tallone nn ne voleva proprio sapere di scendere!Si correva tutti giù alla spiaggia, a tirare le barche, a metterle in salvo , era arrivata la mareggiata.
Sacchi di sabbia davanti alle porte di casa x cercare di arginare quel mare che voleva per forza entrare, ospite atteso ma nn invitato , nelle case dei pescatori della Mandra, della Marina del porto......
Noi bambini guardavamo stupiti quello spettacolo di solidarietà umana, persone che per strada nn si degnavano nemmeno di uno sguardo in memoria di chissà quale vecchio ed antico torto, si trovavano ora gomito a gomito, a cercare di salvare le barche nn importava di chi fossero... in quel momento era l'uomo che lottava contro la natura. 
Il tutto era rapidissimo, la scena era stata ripetuta talmente tante volte e da tante generazione da essere iscritta nel corredo genetico.
Quando si era fatto tutto il possibile, gli uomini restavano a chiacchierare mentre donne e bambini si avviavano verso casa. La conta dei danni si sarebbe fatta l'indomani mattina. 
A noi piccoli toccava una ciliegia sotto spirito "cu tutt' 'o fridd' che pigliat' te ven' pure qualcosa", magari nn ti piaceva neanche ma era una cosa "da grandi" e ciò ti bastava. 
Si andava a letto con ancora l'odore del mare nelle narici e nelle orecchie lo sbattere delle onde "Speriamo che domani nn piove, così scendiamo alla spiaggia, vediamo se riesco a trovare qualcosa. L'anno scorso il mio amico ha trovato un anello... , buono buono nn trovo niente, vado a vedere come sta combinato lo Scotch( oggi Jane)... " era l'ultimo pensiero che ti accompagnava tra le braccia del sonno.

Nessun commento:

Posta un commento