domenica 30 dicembre 2012

Un regalo di Natale


Tutto è buio, tutto tace. 
Dormi profondo, quando una mano, dolcemente, ti scrolla le spalle. 
Una voce, lontana lontana, ti sussurra che ti devi alzare...
Pensi che sia un sogno, che quella voce non sia di questo mondo,ma che sia una eco dei tuoi sogni. 
La scrollatina di prima, si trasforma in una scossa sempre più vigorosa...e ti rammenti che anche se è buio, ti devi alzare. 
Un occhio si apre a malapena, mentre l'altro, non ne vuole proprio sapere...
Con gli arti pencolanti ti avvi verso la cucina per bere un sorso di latte, spiluccare un pò di pane... lo  stomaco, non abituato a mettersi in  moto a quell'ora antidiluviana, non ne vuole sapere di ingollare cibo ma, si sa, non si può uscire di casa digiuni. 
Ti lavi la faccia come se fossi un gatto, senza molta convinzione. 
Ondeggiando, torni in camera tua a vestirti, oggi ti tocca due di tutto : doppio maglione, doppio calzettone.... cappello, sciarpa guanti, manco dovesssi andare in Siberia! 
Così bardato, ti avvi al seguito dei grandi; ondeggi e barcolli ancora e stavolta non per colpa del sonno, che quello si è dissipato per l'eccitazione, ma per l'imgombro dei vestiti . 
Il freddo polare che pensavi fosse appostato dietro la porta della tua casa calda, non c'è; il vento tagliente che ti aspettavi è un appiccicoso vento di scirocco e, prima ancora di cominciare a camminare, già sudi. 
Con gli occhi rivolgi una muta preghiera ai tuoi accompagnatori che ti concedono, graziosamente, di sbottonare un pò la giacca e ti toglierti i guanti. 
Le strade, quelle che fai tutti i giorni, luccianti di "rosata", hanno un'aria nuova, misteriosa e da lontano vedi la bruma che circonda la luce di quei pochi lampioni accesi, come un'aureola. 
Prima ancora di giungere a destinazione, ti accolgono l'odore del mare ed il vociare delle persone, i tuoi occhi, insieme alla strada che si slarga mprovvisamente, riescono ad abbracciare, in un colpo solo, un brulicare di gente. 
Prima di tuffarti in quel mare di persone, una stretta  alla mano, ti costringe a guardare in sù  "Non mi lasciare la mano per nessuna ragione, altrimenti ti perdi e in questo caos, dove ti vengo a pescare? 
Non tengo tempo da perdere per venirti a cercare, eh!  
Mi raccomando! ( quel "raccomando" veniva detto come se l'accento cadesse, prepotente, sulla prima sillaba cossicchè alle tue orecchie, risuonava piuttosto come un  RAccomando! ). 
Tra un  " A quanto lo metti al chilo,.. Noo troppo caro... se, se lo dici tu che è fresco, Auguri a te e tutta la famiglia...; chissà da quanto lo tenevi stipato... mamma mia, chist' tene l'uocchie affussat' proprio!, vieni trascinato di banco in banco. 
I pescatori, li conosci un pò tutti, almeno di vista, ma in quell'aria leggermente ancora  intrisa di brina, ti pare che assumano contorni nuovi. 
Gli stivaloni verdi, alti fino alle ginocchie, le cappotte dell'acqua, alcune gialle, alcune verdi, i berretti, neri o blu, li fanno piuttosto somigliare a personaggi di quel libro che ti avevano regalato tempo fa.... capitani coraggiosi... o qualcosa del genere, al momento non ti ricordi bene, sono eroi di ritorno dall'oceano e dal quel mare lontano hanno portato meraviglie da esporre, da fare vedere, come in una di quelle fiere di paese, dove ci sono i tendoni, con le persone che fanno la fila e pagano il biglietto per poter vedere quegli strani animali.... "Vieni a vedere... c'è un capitone con una testa grossa così", ti dice un  ragazzino mimando con le mani la dimensione della testa del pesce, quasi come se le parole non fossero abbastanza, non potessere descrivere quella meraviglia!  
Nella tinozze, anguille degli abissi si dibattono, indomite e, accanto a queste, stesi sulle spaselle, su un letto di alghe , giacciono granseole, moderni kraken del mare del nord;  eppoi ancora murene con bocche così grandi da poter ingoiare un bue intero....e mille altre cose stupefacenti.  " E meno male che ti avevo  Raccomandato di non allontanarti...." insieme ad un uno scuzzetto veloce dietro la nuca ti fanno rendere conto che, mannaggia a bubbà, ti eri allontanato. 
Con gli occhi stretti, il collo incassato, pronto a subire, come un pugile ormai alle corde, la ramanzina con eventuale contorno di buffettone, stupito e guardingo, senti dire  "E vabbè, per OGGI , non fa niente... nun me vogli' intussecà 'a jurnata primm' ancor' ca  accumenzz'!"  Sfoderando un sorriso ampio tanto quanto il sollievo che provi, ringrazi in cuor tuo Gesù che ti ha anticipato questo regalo di Natale.



Nessun commento:

Posta un commento